martedì 14 maggio 2013

Recensione: Garden. Il giardino alla fine del mondo, di Emma Romero

Cari lettori, oggi vi propongo la recensione di uno degli ultimi romanzi arrivati in casa Mondadori Chrysalide. Si tratta di Garden, scritto dall'italiana Emma Romero, che purtroppo non solo non è riuscito a conquistarmi, ma mi ha anche lasciata dubbiosa e perplessa.



 La Mia Recensione
Maite, la protagonista del romanzo, è una giovane ragazza che vive ad Amor, una città italiana decisamente diversa dalla Roma che conosciamo.
Al comando di ogni cosa c'è il temuto presidente Octavio, la cui missione è quella di far rispettare l'Ordine e le Armonie - una sorta di Costituzione con le ripettive leggi. Al suo servizio troviamo i Giusti, soldati che controllano l'intera società. Sono ovunque e devono assicurarsi che nessuno trasgredisca le regole, in quel caso la persona in questione verrebbe catturata e terminata pubblicamente.
Obbedire e seguire alla lettera ogni Armonia non è semplice, anche le cose più banali sono vietate: ogni forma d'arte, arrivare in ritardo sul luogo di lavoro, raccontare cosa ci succede agli amici, dire bugie, avere idee in disaccordo con quelle del Presidente. Per non venire uccisi bisogna rispettare perfettamente tutte le Armonie, non sono ammessi scivoloni. Non importa quale sia la tua motivazione o la tua età: trasgredisci e sarai punito.

Ad Amor un grande computer decide che mestiere farai, infatti non è lasciata alcuna libertà di scelta ai cittadini. Maite è stata assegnata alla fabbrica gialla, è quindi un'operaia e lavora insieme a Luca, suo collega ed amico. Nonostante questo il suo sogno è sempre stato quello di essere un'Artista, più precisamente una cantante. La ragazza adora cantare, è la sua passione e la sua valvola di sfogo.
In seguito all'arresto della sua migliore amica si nasconde - come usava fare di frequente - in una sala della fabbrica in cui ci sono dei macchinari rumorosissimi... e canta. Nessuno può sentirla, nemmeno le telecamere, il caos creato dalle macchine è troppo forte. Quel giorno però qualcosa va storto, il rumore cessa improvvisamente e tutti sentono Maite cantare.
Arrivano immediatamente i Giusti, che la arrestano e la portano via.
Luca mostra solidarietà nei confronti dell'amica e viene catturato a sua volta.
Maite scoprirà che in realtà le cose sono ben diverse da ciò che sembrano, proverà a salvare se stessa e i suoi amici, trovando una mano amica dove meno se lo aspetta. 

La prima parte del romanzo è promettente e talmente avvincente da far scordare al lettore che molti degli elementi inseriti nella trama, sono identici a quelli già letti in altri romanzi. Sì, perchè chi ha letto altri romanzi distopici si accorgerà che Garden ha ben poco di originale.
La società di Amor, i Giusti, le Armonie, mi hanno ricordato terribilimente Delirium, di Lauren Oliver. Addirittura ci viene detto che, oltre i confini della città, c'è la Valle Rossa, un territorio selvaggio in cui abitano dei ribelli. Questo dettaglio in particolare l'ho trovato estremamente somigliante al romanzo della Oliver, in cui, fuori da Portland, ci sono le Terre Selvagge abitate da ribelli e da invalidi.
Nemmeno l'Assegnazione è un elemento innovativo, ci era infatti già stato proposto in Ember di DuPrau e nella quadrilogia di Lois Lowry, The Giver
Non mancano poi le assonanze con il più famoso Hunger Games.

Come se la mancanza di originalità non bastasse, la seconda parte del romanzo diventa sempre meno interessante. In particolare, la mancanza di informazioni sulla storia di Amor e di spiegazioni sul perchè vengano compiute determinate azioni, ha trasformato il romanzo da promettente a noioso.
La storia d'amore fra Maite e Luca sembra non decollare mai, è piatta e personalmente non l'ho trovata emozionante, come invece avrebbe dovuto essere.
Le descrizioni sono praticamente assenti, come sono fatti i protagonisti? I paesaggi?
Durante tutta la lettura ci si aspetta un colpo di scena, che arriva solamente alla fine (e intendo letteralmente alla fine, per la precisione nell'ultima riga dell'ultimo capitolo). Infatti, tutto accade nelle ultime venti pagine, Garden ha una conclusione frettolosa ed un finale apertissimo (ma non doveva essere un romanzo autoconclusivo?).

Non mi sento tuttavia di sconsigliare totalmente il romanzo. Ne riconosco le potenzialità e le buone premesse iniziali, inoltre lo stile della Romero è semplice e diretto, qualità da non sottovalutare!
Credo potrebbe piacere ai lettori che si approcciano al genere distopico per la prima volta o a chi sta cercando qualcosa di leggero da leggere, per trascorrere qualche ora senza pensieri.

4 commenti:

  1. Devo dire che ha deluso anche me... anche io l'ho trovato un mischione di altri elementi distopici che avevamo già letto in altre saghe...
    E le ultime righe (il colpo di scena) l'ho trovato ancora più banale -.-" milioni di film e libri finiscono in questo modo... Bah :/

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    1. Secondo me il colpo di scena finale poteva anche starci, è tutto il resto che proprio non mi è andato giù! :P

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  2. A me non ispirava fin dall'inizio e dopo tuttq queste brutte recensioni credo di aver fatto bene a non comprarlo!

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  3. Io non ho ancora avuto modo di leggerlo, attualmente ho sospeso un po' i distopici perché temo che finiscano per influenzare le mie trame... in negativo!
    Se vi va passate a trovarmi!
    http://www.goodreads.com/author/show/7086842.Ilaria_Pasqua

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