martedì 31 agosto 2010

Recensione: Cercando Alaska

Cercando Alaska, di John Green

Trama: Miles Halter ha sedici anni e sente di non avere ancora veramente vissuto.Assetato di esperienza lascia il tranquillo nido familiare pr cercare il suo Grande Forse a Culver Creek, un prestigioso liceo in Alabama. E qui la sua vita prenderà finalmente un altro passo. Culver Creek sarà il luogo di tutte le cose possibili.  E di tutte le prime volte. E' lì che conosce Alaska Young. Brillante, spiritosa, imprevedibile, intelligente e spavalda, sexy quanto lo può essere, per Miles diventa un pensiero fisso, una magnifica ossessione e un enigma. Lei lo attira nel suo mondo, lo lancia nel Grande Forse, e gli ruba il cuore.Poi... niente sarà più come prima. La vita esplode in questo romanzo, forte e delicato allo stesso tempo, che ci diverte e un attimo dopo ci commuove, e che vorremmo non finisse mai.

Recensione:
Non vorrei essere scontata, ma devo assolutamente iniziare col dire che “Cercando Alaska” non è un semplice romanzo di formazione, come da molti è stato definito. John Green, infatti, ci regala un mondo nel quale sono presenti in gran quantità gli elementi che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni: amicizia, amore, gelosia, sesso, voglia di libertà, divertimento, insoddisfazione, confusione e morte. L’ autore ha il grande dono di parlarne in un modo delicato e forte al tempo stesso, senza essere mai scontato o banale, ma soprattutto nulla viene ingigantito o minimizzato.
Mi riesce davvero difficile parlare di questo romanzo, perché mi ha colpita davvero.
Era tanto tempo che aspettavo di trovare un libro come questo… un libro che ami in modo viscerale, che vorresti non finisse mai e al quale continui a pensare anche una volta terminato. Un libro che ti rimane dentro. Ecco, “cercando Alaska” è proprio questo per me: un libro che ti rimane dentro.
Ma da dove nasce tutta questa passione?
Innanzitutto i personaggi creati da Green sono a dir poco fantastici!
C’è Miles Halter, il protagonista: un sedicenne ordinario, un po’ nerd e un po’ ribelle, si trasferisce a Culver Creek, un collegio dell’ Alabama. “Vado a cercare un Grande Forse”.
Proprio qua Miles incontrerà Chip e Alaska Young, i suoi “compagni di viaggio”.
Il primo è un ragazzo tanto povero quanto intelligente, originale e furbo. Fuori dal comune, insomma. Alaska invece è… Alaska è Alaska. Non può essere definita con semplici parole, non può essere descritta. Miles, tuttavia, ama definirla così: “se gli esseri umani fossero stati precipitazioni, io sarei stato una pioggerellina, lei un ciclone”.
Alaska è il Grande Forse di Miles.
Una ragazza con una personalità ed un carattere tormentati e complessi.
Ama leggere, soprattutto poesie, e sarà proprio lei ad insegnare a Miles che bisogna amare l‘imperfetto tuo prossimo, con l’ imperfetto tuo cuore.
Green disegna perfettamente questi tre personaggi: ognuno di loro possiede delle caratteristiche nelle quali chiunque può facilmente immedesimarsi. Miles, Chip e Alaska sono più umani e più veri di quanto si possa immaginare.
L’ autore ci trascina con lui in un mondo che conosciamo bene, tutti siamo stati a scuola, tutti abbiamo avuto degli amici e almeno una volta nella vita ci siamo presi una cotta.
Green ci narra proprio di questo: della vita di tutti i giorni di alcuni sedicenni.
A chi mi chiede, quindi, da dove nasce tutta questa passione, io rispondo “da un piccolo romanzo incredibilmente grande”.

Numerose sono le citazioni che mi hanno colpito, vorrei farvene leggere qualcuna.
  • Ama l'imperfetto tuo prossimo / con l'imperfetto tuo cuore (da una poesia di Auden)
  • Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi si crede di saperla lunga, dicono: "I giovani si credono invincibili" non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi perchè niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l'energia possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazioni. Gli adulti invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha un inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire.
  • Come si può uscire da questo labirinto?

Consigliato? Assolutamente sì.

Giudizio: 

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