martedì 3 marzo 2015

Recensione: Yellow Birds, di Kevin Powers

Buon martedì, booklovers!
Avrei voluto parlarvi di questo romanzo non appena l'ho terminato, ma trovare le parole non è certo facile, quando si tratta di libri come Yellow Birds, scritto da Kevin Powers. Oggi quindi, più che una vera e propria recensione, troverete un mio commento al libro.


Pag. 200 - 17,00 €
Einaudi (Stile libero Big)
Trama: Una guerra che non è la loro e che ha la meglio su di loro. Partiti a diciott’anni. Talmente impreparati. Talmente ingenui. Da credere che insieme ce l’avrebbero fatta. Da credere nel potere delle promesse. Bartle è devastato dal senso di colpa. Per non avere impedito che Murphy morisse. Per non essere morto lui stesso. Per non essere riuscito ad attenuare la brutalità e l’orrore della guerra. Ora che è tornato a casa, vede Murphy ovunque. Insieme alle altre immagini dell’Iraq: i cadaveri che bruciano nell’aria pungente del mattino, i proiettili che si conficcano nella sabbia, le acque del fiume che ha inghiottito il loro sogno. E il tormento per la promessa che non ha saputo mantenere non cessa. La promessa di riportare Murphy a casa intero. Con uno stile che è come un colpo al cuore, Powers ci racconta una storia di perdita dell’innocenza tra il deserto ostile della guerra e i turbamenti del ritorno a casa.

GIUDIZIO:
 


COMMENTO:

Kevin Powers, verso la fine di Yellow Birds, scirve: "Dire cos'è successo non basta". Appena ho letto queste parole ho capito che non sarei stata capace di scrivere una recensione di questo romanzo. Yellow Birds è una storia di guerra, di amicizia, di dolore e di alienazione. Si tratta di un romanzo duro, di quelli che ti regalano immagini vivide e spietate, alle quali ti ritrovi a pensare anche una volta girata l'ultima pagina. È un romanzo che, se gliene concedi l'opportunità, ti arricchisce.
L'autore ci narra la storia di Bartle e Murphy, due ragazzi che vengono inviati in Iraq, a combattere per il proprio Paese. Diventeranno amici, saranno uno l'angelo custode dell'altro... ma solamente Bartle tornerà a casa. Non sarà solo, ma accompagnato dai fantasmi dei compagni che ha visto morire e da quelli delle persone che ha ucciso. Powers, avvalendosi di Bartle come narratore, ci parla del buio e dei demoni che circondano chi ritorna a casa dalla guerra, ci racconta di come la morte non abbandoni mai gli occhi di chi è stato inviato a combattere.
Yellow birds è esplosivo: forte e delicato al tempo stesso. Forte, per il lessico utilizzato e per le tematiche trattate, delicato grazie alla descrizione della fragilità dell'essere umano.

Un romanzo che consiglio a gran voce e che io stessa rileggerò, per comprenderlo al meglio, per non perdermi proprio nulla.

"Tutto questo è successo molto tempo fa. Ora lo sento allontanarsi nel tempo, e so di avere davanti giorni in cui non penserò a lui, nè alla guerra. Mi ricorda ancora le parole, il fatto che ciò che si dice non è mai esattamente ciò che si pensa, e ciò che si sente non è mai esattamente ciò che è stato detto. Non è una gran consolazione, ma ogni cosa contiene in sè un piccolo fallimento, e ce la facciamo andar bene lo stesso."  

2 commenti:

  1. Wow. Che bella recensione! E mi convince sempre di più a perseguire nel mio intento di volerlo leggere :)

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  2. Cate, mi hai conquistata con questa stupenda recensione!!! Ho aggiunto il libro alla mia wl e spero di comprarlo presto! *^*

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